Reazioni avverse agli alimenti

Ognuno di noi nasce fondamentalmente “intollerante” a qualsiasi alimento: è grazie all'allattamento al seno che la madre trasmette i nutrienti e le immunoglobuline necessarie alla maturazione della mucosa intestinale del lattante, costituita dalla flora batterica “simbionte” e cellule del sistema immunitario “residenti” nell'intestino. Nel corso della vita però, può succedere che si verifichi una “rottura della tolleranza” acquisita durante l'infanzia, nei confronti di alcuni specifici alimenti. Negli ultimi anni purtroppo, le allergie ed intolleranze alimentari, definite generalmente “reazioni avverse agli alimenti”, sono sempre più in aumento, probabilmente a causa dello stile di vita moderno. E' dimostrato infatti che tutte le molecole “estranee” al nostro organismo, con cui nel corso della vita veniamo quotidianamente a contatto, mantengono costantemente “acceso” il nostro sistema immunitario che, talvolta, commette errori nel riconoscimento di ciò che può essere tollerato o meno. A parte un'eventuale predisposizione genetica, questo meccanismo può innescarsi a seguito della sovraesposizione alle sostanze inquinanti ambientali o alle variazioni delle molecole antigeniche (capaci cioè di stimolare una risposta immunitaria) presenti nel cibo, rispetto agli antigeni originariamente riconosciuti e tollerati dal nostro sistema immunitario. 
In Naturopatia, tali reazioni avverse agli alimenti rappresentano un eccessivo meccanismo di difesa nei confronti dell'ambiente esterno, al fine di preservare la propria individualità. Il prototipo del soggetto allergico può essere rappresentato da persone piuttosto diffidenti nei confronti del mondo esterno e in stato di perenne allerta, con esperienze affettive conflittuali passate che talvolta si traducono in scarsa indipendenza dalla madre o dalla famiglia di origine, persone con spiccato senso dell'ordine, pulizia e moralità, remissività, insicurezza ed incapacità di manifestare i propri sentimenti. In aggiunta, ci può essere una disfunzione a livello degli organi emuntori (fegato, reni, polmoni, pelle, intestini), per cui si altera il sistema di drenaggio delle tossine che, accumulandosi, possono costituire un "terreno fertile" per l'insorgenza tali reazioni avverse. Questo sottolinea ancora una volta l'importanza di mantenere l'organismo il più possibile "pulito", attraverso la stimolazione del drenaggio tissutale delle tossine, con l'ausilio di piante medicinali quali tarassaco, betulla e pilosella. Alcune di queste molecole capaci di innescare la risposta del sistema immunitario sono definite “allergeni”, responsabili appunto di allergie come per esempio quella al nickel, al latte e al grano. Dal 13 dicembre 2014, in base al regolamento N. 1169/2011, tutti gli esercizi alimentari commerciali (dai supermercati ai ristoranti) hanno l'obbligo di tutelare il consumatore sull'eventuale presenza di tali sostanze nei prodotti distribuiti (sia sfusi che confezionati).
Per i prodotti confezionati, che già riportano sull'etichetta la lista degli ingredienti, la novità consiste nel rendere chiaramente distinto il tipo di carattere dell'allergene, per esempio per dimensioni, stile o colore di sfondo. Per i prodotti sfusi invece, come quelli distribuiti nei bar, pasticcerie e ristoranti, è obbligatorio esporre la lista degli allergeni presenti, su un apposito cartellino o direttamente sui menù.
Il nuovo provvedimento riguarda 14 tipi di allergeni:
Cereali (per l'eventuale presenza di glutine), Crostacei e Molluschi, Uova, Pesce, Arachidi, Soia, Latte e Lattosio, Sedano, Senape (e Semi), Frutta a Guscio, Anidride Soforosa (e Solfiti), Lupini e tutti i prodotti derivati.
E' dimostrato che, in presenza di reazioni avverse nei confronti di alcuni alimenti, l'assunzione di enzimi digestivi e fermenti lattici può avere un effetto sinergico nel migliorare il benessere digestivo e ripristinare eventuali alterazioni a livello della flora batterica intestinale